Mondo Value | MIND THE GAP – “Attenti allo spazio tra il vagone ed il marciapiede”
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MIND THE GAP – “Attenti allo spazio tra il vagone ed il marciapiede”

MIND THE GAP – “Attenti allo spazio tra il vagone ed il marciapiede”

Fonte: Cobas Asset Management (Andrés Allende)

La volatilità ha rialzato ancora una volta la sua brutta testa, panico (e sangue) ha colpito Wall Street e Bitcoin. Cosa dovresti fare? Correre? Combattere? Il morto?

In verità, quando il pericolo è all’orizzonte, il nostro istinto prende il controllo. Siamo programmati per rispondere, le nostre azioni diventano riflessi. Abbiamo affrontato il pericolo e il rischio dal momento in cui l’uomo ha prevaricato sulle altre specie animali. Anche prima di ciò, abbiamo gestito questi fenomeni per millenni.
Il problema è che da allora molta acqua è passata sotto il ponte. Inoltre, i rischi odierni non sono così ovvi e la risposta giusta non è così intuitiva. Non si tratta più di correre o combattere. Due consigli: preparazione e pazienza.
Francamente parlando, in realtà grazie a pochi (forze dell’ordine, vigili del fuoco, esercito, ecc.) la maggior parte di noi vive in società strutturate e organizzate in cui i rischi fisici sono stati praticamente rimossi del tutto. Un sacco di regole e regolamenti ci proteggono da noi stessi, quali limiti di velocità, semafori, regolamenti farmaceutici, standard di costruzione, protezione dei consumatori, ecc. Veniamo protetti anche dai rischi evidenti, il famoso “Mind the Gap”  (annuncio continuamente ripetuto nelle stazioni della metropolitana di Londra: “Attenti allo spazio tra il vagone ed il marciapiede”) ne è un esempio.
Il lavoro svolto in tal senso è stato talmente efficace che a molti di noi è venuta meno una sana scarica di adrenalina. In realtà sentiamo solo il bisogno di dare un’occhiata a YouTube per vedere le imprese impossibili riuscite  ad  alcuni e i dolorosi insuccessi  di altri. Non c’è più alcun bisogno di rischiare davvero, si tratta del divertimento e di “gloria”.
Ma la verità è che ci sono ancora rischi in agguato là fuori. Quindi, quale potrebbe essere il cruciale avvertimento “Mind the Gap” per noi ai nostri giorni? Ci sono due regni paralleli che racchiudono elementi di rischio e che ci potrebbero aiutare a comprendere il moderno “Mind the Gap”: interventi medici e la nostra gestione del risparmio.
Anzi, prima o poi, ci troviamo tutti di fronte alla decisione se andare sotto i ferri o meno, per motivi diversi, dal mondano al molto serio: ad esempio la chirurgia plastica, un legamento lacerato o un tumore al cervello … l’operazione o il trattamento possono risultare buoni, medi o negativi. Proprio come l’investimento dei nostri risparmi.
In medicina, l’incertezza è attribuibile al fatto che non ci sono due pazienti uguali, né le malattie o le lesioni sono esattamente le stesse. Pertanto, continuiamo a fare affidamento sulle probabilità di successo. Quando si tratta di investire, l’incertezza è dovuta al dinamismo delle imprese in cui investiamo e al fattore umano del mercato; chissà se la risposta a determinati fattori oggi sarà la stessa del passato?
In altre parole, migliore è il nostro punto di partenza, migliore sarà la qualità della vita prima dell’operazione oppure, più investiamo, più c’è da perdere e quindi, maggiore è il rischio che assumiamo. Pertanto, potremmo definire il rischio come “la possibilità di avere un risultato negativo PERMANENTE” e misurare quel rischio assunto da QUANTO E’ IN GIOCO. E qui pianificare e prevedere gli eventi entrano in gioco. A proposito, questo non ha nulla a che fare con la previsione del futuro.
La prima, e forse la più importante domanda che dobbiamo porci è: cosa succede se non investo o non vado avanti con l’operazione? Come dice il proverbio “meglio il diavolo che conosci rispetto a quello che non conosci”. Forse potremo aspettare miglioramenti tecnici-medici e migliori opportunità di investimento. Tuttavia, non fare nulla è spesso la cosa più difficile da fare!
La prossima domanda che ci porremmo porre è: qual è la cosa peggiore che potrebbe accadere se procediamo con l’intervento chirurgico o se decidiamo di investire? E infine: cosa succederà dopo l’operazione / investimento? E quanto è probabile questo risultato?
A volte, la risposta è ovvia: se non procediamo con l’intervento, molto probabilmente moriremo, mentre se lo faremo, allora vivremo. Oppure, se non investiamo, siamo certi di non recuperare il tasso di inflazione ma, se investiamo, è una “scommessa sicura”.
Sulla base di quanto sopra, possiamo elaborare un piano A e forse un piano B. Tuttavia, nella vita reale, le cose non sono mai solo bianco o nero ma spesso coinvolgono sfumature di grigio. La gestione del rischio implica il passaggio in queste aree grigie e la mitigazione delle perdite permanenti. Quindi, in medicina, solo casi disperati giustificherebbero il rischio di una perdita permanente: la posta in gioco è la “vita”, al 100%. E nel migliore dei casi, possiamo vivere un po’ più a lungo ma non guadagnare un’altra vita. Non esiste un piano possibile B. Nell’investimento, il rischio può essere pari ad una singola unità oppure del 100%, mentre la ricompensa può essere del 20%, 50%, 100%, 200% o anche più … Anche se, come regola generale, non si dovrebbe accettare il rischio di perdita permanente. Il mercato tende ad essere efficiente e i guadagni estremi sono spesso una lotteria (o una bufala).

Una volta presa la decisione, raggiungiamo un altro punto di svolta: il recupero. Ci sono giorni buoni e giorni brutti. A volte sembra che tutto sia andato alla perfezione, come direbbe il medico o il gestore del fondo. Altri giorni sono molto peggiori, i dolori di tutto il corpo, i progressi sono lenti … o il nostro investimento cala o sembra stagnare. In un mondo ideale, il nostro medico o gestore del fondo avrebbe spiegato questa fase con una parola: VOLATILITÀ.
Se i dati oggettivi sono coerenti e il nostro medico o il gestore del fondo pensa che tutto sia ancora immutato, il risultato finale dovrebbe essere ancora quello che avevamo previsto, ossia il nostro piano A. La volatilità è una seccatura, ma non influisce sul risultato finale. A meno che il PAZIENTE “non abbia pazienza” e abbandoni la fisioterapia / il trattamento / l’investimento prima del tempo. In merito al “quadro generale”, dobbiamo sapere come ed essere in grado di perseverare, se necessario.

Per resistere alla volatilità o al processo di recupero, abbiamo bisogno di due cose: PAZIENZA E FIDUCIA di sapere che siamo sulla strada giusta. Alcune persone sono più brave di altre, hanno un carattere migliore. Ma non è facile e ogni piccolo supporto ci potrebbe aiutare. Proprio come i calciatori che si strappano un legamento e giocano di nuovo in soli 6 mesi, grazie al lavoro dei loro medici e fisioterapisti. Quando si tratta di investimento, la chiave di tutto è circondarsi della migliore squadra che abbia sia il carattere che il buon senso di programmare un buon piano di lavoro per voi, misurando bene i rischi e accettando solo quelli ragionevoli.
A mio avviso, il triplice avvertimento “Mind the Gap” di oggi consiste in:
1.- Elaborazione di un piano, basato su rischi ben misurati prima di accettarli, rifiutando per quanto possibile le perdite permanenti.
2.- La volatilità non è la stessa cosa di rischio.
3.- Essere pazienti e avere la certezza di attenersi al piano. Sia da soli o cercando il giusto tipo di aiuto.
Così, in medicina, o negli investimenti, o in molti altri campi nella vita, si tratta di sforzarsi di evitare le decisioni sbagliate (e potenzialmente letali) e di poter vivere per combattere un altro giorno (piano B). Sto solo parlando di cose serie qui. Se vogliamo giocare alla lotteria, avere un’idea folgorante o acquistare qualche bitcoin, quelli sono una questione diversa: quelli sono semplici diversivi, non decisioni.

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